Granfondo GFNY Vaujany 2020 il racconto

Di Alberto Fossati

Ci perdonerete se con qualche giorno di ritardo vi raccontiamo della granfondo GFNY Vaujany, che si è svolta nel corso dell’ultimo fine settimana di Agosto. Le granfondo francesi in generale, sono tra le protagoniste di questa estate, tra le poche manifestazioni amatoriali che hanno preso il via. Ci racconta la sua esperienza Riccardo Zacchi.

Purtroppo è arrivata la pioggia e il freddo. Le previsioni meteo non hanno lasciato spazio ad errori.

Marchio GFNY nelle Alpi francesi

GFNY e granfondo vanno di pari passo. GFNY, un acronimo rappresentante il circuito “GranFondo New York”, il quale ha visto la luce dopo i ripetuti successi nella manifestazione originale negli States e che rimane la stella polare del contest. Per la tappa francese è stata scelta la località di Vaujany, piccolo villaggio alpino situato nel dipartimento dell’Isère, Regione dell’Alvernia-Rodano-Alpi. Un comprensorio che gode di una varietà topografica ed altimetrica non indifferente, oltre che situata nel cuore delle più rinomate stazioni sciistiche d’oltralpe.

Oltre 70 eventi marchiati GFNY

Sebbene sia un format relativamente giovane, GFNY può già vantare al suo attivo oltre 70 manifestazioni. L’esperienza nel campo delle granfondo e del ciclismo in genere si nota e si apprezza: cartellonistica, ambientazione della location di partenza/arrivo, pacco gara (al cui interno una bellissima maglia da utilizzare in gara). Frecce ed indicazioni sono tutti aspetti curati nel miglior modo possibile (la chicca sono i diversi cartelli di incitamento sulle salite, davvero orignali), così come i servizi offerti ai partecipanti.


Alcune immagini che ritraggono la salita dal Glandon.

Il partecipante al centro

E’ proprio il concorrente ad essere al centro dell’attenzione di questo evento. Considerando il momento particolare e difficile che stiamo vivendo, tutto è stato organizzato in modo tale da garantire la sicurezza nel migliore dei modi. Purtroppo molti degli iscritti – oltre la metà – non sono riusciti a presentarsi al nastro di partenza.

Purtroppo le previsioni meteo ci hanno azzeccato

Oltretutto e purtroppo, per non regalare altre gioie agli organizzatori, anche il maltempo ci ha messo lo zampino, destinando una infausta e fredda perturbazione proprio al weekend della gara, con una conseguente ed ulteriore riduzione numero dei partenti. Le previsioni per la giornata di domenica sono davvero pessime, ma chapeau ai “piani alti” della corsa che hanno saputo gestire al meglio la situazione. Il percorso originario prevedeva l’ascesa della Croix de Fer e successivamente del Glandon. Viene ridotto alla sola scalata della prima asperità, con “giro di boa” sulla cima e rientro a Vaujany dalla medesima strada.

Ciò non vuol dire che sia diventato un percorso facile e scontato, in quanto in soli 60km si dovranno affrontare circa 2200 metri di dislivello, con la salita di Vaujany nel finale che risulta davvero ostica. Il sabato sera, dopo circa 24 ore di pioggia incessante e con almeno altre 12 previste, senza possibilità di scampo, un messaggio diramato dalla direzione di corsa sui social e tramite email personale annuncia che la partenza sarà posticipata di due ore, ovvero alle 10, confidando che dalla tarda mattinata le condizioni meteo possano essere meno terribili. E così è stato. Al momento della partenza le precipitazioni si sono sempre affievolite, per cessare verso metà pomeriggio (si, l’acqua e il freddo me li sono comunque presi tutti, ma almeno non è stata un’apocalisse).

In discesa, freddo e gelo.

Siamo comunque nelle Alpi e il freddo si sente

L’invito rimane sempre quello di vestirsi bene ed usare il cervello, visto che la discesa dalla Croix de Fer è molto lunga. Per quanto riguarda il lato agonistico, la corsa è partita subito a mille, il tracciato corto e “mutilato” del Col du Glandon ha fatto si che si scatenassero tutti i cavalli sin dall’inizio; dopo le prime rampe della X (come adorano chiamarla i locals) si selezionano i vari gruppetti con andature simili, che rimarranno quasi del tutto invariati fino alla linea d’arrivo.

Un freddo penetrante in discesa

Personalmente ho patito molto la lunga discesa sebbene mi fossi vestito adeguatamente, i lunghi tratti rettilinei ad oltre 70km/h mi hanno davvero ghiacciato e anestetizzato le gambe, facendo fare loro molta fatica nel riprendere il gesto della pedalata. Fortunatamente l’ostica salita finale si rivela altrettanto utile per riscaldarsi dalla gelata precedente, così giungo all’arrivo in condizioni decenti e dopo una calda doccia in hotel mi sento persino rinato.

La medaglia di finisher, un bel ricordo. In merito alle disposizioni attuali, senza nessuna cerimonia, le medaglie erano consegnate all’arrivo dai bambini.

Granfondo regolamentate e contingentate

Le restrizioni dettate dall’emergenza sanitaria non permettono un servizio docce e nemmeno un pasta party collettivo. Dopo l’arrivo viene fornito ai partecipanti un pasto da consumare in maniera individuale. Anche la cerimonia di premiazione sul posto ha luogo solo nelle vesti del podio assoluto – maschile e femminile -. I premi per le categorie verranno comunicati via mail.

Questo è stato per me un debutto all’interno del circuito GFNY e, vista la situazione e le condizioni alquanto particolari sopra descritte, non posso che essere assolutamente ed altamente soddisfatto.

Parere mio, non so in quante organizzazioni se la sarebbero sentita di incedere in un tale progetto e con tali ambizioni, davvero complimenti per non aver gettato la spugna e vi ringrazio per le emozioni che mi/ci avete regalato. Uli Fluhme, CEO di GFNY, non ha mai avuto alcun dubbio a riguardo e i risultati si sono dimostrati ampiamente all’altezza, per cui non vedo l’ora di indossare nuovamente la maglia.

a cura di Riccardo Zacchi, foto Sportograf per GFNY.

vaujany.nyjumbotron.com